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Archive for the ‘Post-it’ Category

Emozioni

Pensavo l’altro giorno, sulla scorta di non so più quale parola ascoltata, che le emozioni sono il modo in cui riceviamo le cose, la risonanza interiore che creano ed esse, cose, esistono solo in questo contatto che generano. Sciocco, oltre che impossibile, nasconderle tirando la tenda della mente. Ogni cosa con cui entriamo in contatto, ogni cosa che ci arriva – oggetti, situazioni, eventi, parole –  prima di diventare qualcosa d’altro, tocca, smuove, muove. È questo livello che occorre raggiungere – avvertire, riconoscere, gustare (assimilare sentendone il sapore) – per poter far nascere qualcosa di nuovo.

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Dichiarazione d’amore

C’è molto da imparare! ma io li amo di un eros letteralmente platonico quei pezzi di terra pietrosa che hanno attraversato il fuoco e sono rinati a una nuova vita di bellezza.

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Desiderio impossibile

La mente scivola con una certa frequenza verso un desiderio impossibile. Poter sbirciare per qualche secondo nel domani – vederla tra vent’anni – istantaneamente richiudere la finestra, subito dimenticare e riprendere il filo amato della vita. Una soddisfazione senza conseguenze, che si gonfia e scoppia come una bolla di sapone. Un orgasmo bestiale che implode senza lasciare traccia.

Alexander Calder, Scultura di fil di ferro

Alexander Calder, Scultura di fil di ferro

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Avvistamenti

All’improvviso si è fatto silenzio. Assoluto silenzio. Forse per la concentrazione del gioco in cui eravamo immerse. A uno a uno sono apparsi, come da un paesaggio innevato, il tintinnio della giostrina, l’umido della biancheria appena stesa, il ticchettio dell’orologio in cucina. Immobile sono rimasta a sentirlo, con la stessa sensazione di aver avvistato un cerbiatto nel bosco che di lì a poco, accortosene, sarebbe fuggito via.

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Segreti

Passavo le tue dita una a una perché si risvegliassero quando eri ancora un animaletto cieco, e ora che le guardi e le riguardi come per scoprire il loro segreto, capisco la dura lezione che il corpo è destinato ad aprirsi solo allo sguardo che lo abita.

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La violenza dell’evidenza

Spesso la verità, quando mi si presenta nuda e cruda e chiede di essere riconosciuta in forza di questo lucore accecante, tira fuori tutta la mia aggressività come fossi portata a ribellarmi alla sua violenza; aggressività che riverso sugli altri costringendo anch’essi a riconoscerla, inchiodandoli a questa inconfutabile evidenza. Ma non è certo questa manifestazione di verità a rendere, come si dice, liberi.

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Les extrêmes se touchent

A volte così, con i capelli corti che sembrano impomatati, i colletti e i gilet, i piccoli neonati d’uomo sembrano arrendevoli vecchietti vestiti a festa.

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Impotenza

Con lo scrivere ora, negli esigui e affannati spazi che mi ritaglio quando il caso me lo permette, si ripete quello che succede all’amante ansioso che, quando giunge il momento, oppresso dalle aspettative, perde la voglia e vi assiste impotente.

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Figli

Forse è anche per questo che facciamo fatica ad accettare un figlio. Vogliamo credere fino all’ultimo di esseri liberi dal tempo, liberi di muoverci nel tempo, che il tempo resti non misurato da alcunché. Mentre il figlio, dacché s’affaccia, rovescia la clessidra e lo fa partire, il tempo.

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Malattia

La malattia, una malattia che ti prostra, è anche il tempo in cui il corpo può vivere il suo esser qui in modo nudo, senza il corredo dei pensieri. Tutta la fatica che facciamo ogniqualvolta invitiamo la mente a rallentare, a fare meno rumore per poter sentire il corpo, svanisce nella malattia quando è la mente stessa che sente l’appesantimento che apporta e che comporta, e si fa spontaneamente da parte. Le ragioni del corpo la vincono e lei se ne va in punta di piedi.

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